
Roma 1948. Arte italiana verso Israele
Giorgia Calò
Davide Spagnoletto
Year 2023
Format16.8 x 24 cm
Pages 208
Coverhardback
LanguageItalian
ISBN 9788893970792
€ 25,00 € 23,75
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[…]Roma 1948: una città e un tempo suggeriti dalla riscoperta di una mostra d’arte. Un momento che si pone a chiusura di una prima fase del dopoguerra, attraversata da entusiasmo e incertezza, e si proietta verso un nuovo decennio.
Le vicende della “Mostra d’Arte pro nuovo Stato d’Israele” a cui è dedicata questa esposizione rappresentano un fatto sorprendente per il messaggio che sottendono, e assumono particolare rilievo se poste in relazione al periodo storico in cui ebbero luogo.
«La fine della guerra fu una grande festa che durò due anni. – ricordava lo scultore Pietro Consagra – A Roma arrivavano artisti, poeti e scrittori da tutte le parti d’Italia e poi dalla Francia, dall’Inghilterra e dall’America. Dal Nord scendevano i partigiani che pensavano di trovare accoglienze e possibilità di inserimento nel nostro giro, in quello del cinema, in quello della stampa».
Già da dopo la Liberazione, nel giugno 1944, la città aveva reagito agli ultimi anni drammatici, contrassegnati dalla stretta del governo fascista, dal secondo conflitto mondiale e dall’occupazione, riappropriandosi degli spazi compromessi dal regime, accogliendo gli esuli antifascisti che facevano ritorno dall’estero e di tutti coloro che uscivano dalla clandestinità. Il processo di liberazione di tutta l’Italia richiese invece altri undici mesi per essere completato «durante i quali il regno romano dell’arte è vissuto come una isola emersa dal tragico limo tedesco», e da subito fu evidente la necessità degli artisti di riunirsi e confrontarsi. Lo attestano le nuove pubblicazioni come «Mercurio», in cui si alternarono testi e disegni talvolta circolati sottotraccia, o la mostra “Arte contro la barbarie”, le cui opere denunciavano i crimini nazifascisti, nonché le associazioni che coinvolgevano gli stessi artisti.
Il clima dell’immediato dopoguerra non si era di certo esaurito nel 1948, ma era evidente come progressivamente quella coesione lasciasse anche il passo a polemiche e talvolta a divisioni: l’anno è infatti contrassegnato dalla dialettica e lo scontro tra progetti politici e indirizzi artistici.[…]
Le vicende della “Mostra d’Arte pro nuovo Stato d’Israele” a cui è dedicata questa esposizione rappresentano un fatto sorprendente per il messaggio che sottendono, e assumono particolare rilievo se poste in relazione al periodo storico in cui ebbero luogo.
«La fine della guerra fu una grande festa che durò due anni. – ricordava lo scultore Pietro Consagra – A Roma arrivavano artisti, poeti e scrittori da tutte le parti d’Italia e poi dalla Francia, dall’Inghilterra e dall’America. Dal Nord scendevano i partigiani che pensavano di trovare accoglienze e possibilità di inserimento nel nostro giro, in quello del cinema, in quello della stampa».
Già da dopo la Liberazione, nel giugno 1944, la città aveva reagito agli ultimi anni drammatici, contrassegnati dalla stretta del governo fascista, dal secondo conflitto mondiale e dall’occupazione, riappropriandosi degli spazi compromessi dal regime, accogliendo gli esuli antifascisti che facevano ritorno dall’estero e di tutti coloro che uscivano dalla clandestinità. Il processo di liberazione di tutta l’Italia richiese invece altri undici mesi per essere completato «durante i quali il regno romano dell’arte è vissuto come una isola emersa dal tragico limo tedesco», e da subito fu evidente la necessità degli artisti di riunirsi e confrontarsi. Lo attestano le nuove pubblicazioni come «Mercurio», in cui si alternarono testi e disegni talvolta circolati sottotraccia, o la mostra “Arte contro la barbarie”, le cui opere denunciavano i crimini nazifascisti, nonché le associazioni che coinvolgevano gli stessi artisti.
Il clima dell’immediato dopoguerra non si era di certo esaurito nel 1948, ma era evidente come progressivamente quella coesione lasciasse anche il passo a polemiche e talvolta a divisioni: l’anno è infatti contrassegnato dalla dialettica e lo scontro tra progetti politici e indirizzi artistici.[…]