Alto Liccio. L'arazzo tra passato presente e futuro

Sergio Nannicola

Anno 2022
Formato 16,8 x 24 cm
Pagine 112
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ISBN 979-12-80049-35-3

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Come ideatore e coordinatore del progetto “Alto Liccio – L’arazzo tra passato, presente e futuro”, inizio col ringraziare la Presidenza e la Direzione dell’Accademia di Belle Arti di Brera, la direttrice di Scuola Maria Cristiana Fioretti e tutti i colleghi, le studentesse e gli studenti che hanno condiviso e sostenuto il progetto. Un ringraziamento speciale a Massimo Bilotta, Caterina e Franca Alcaro dell’Arazzeria Scassa che hanno ospitato il nostro workshop. Adesione che tra le altre cose significa dare sostegno e continuità a quell’idea di arte che oggi si nutre ancora di tecniche e strumenti provenienti dalla tradizione secolare italiana.
“Secondo Oscar Wilde le strade che può seguire la decorazione sono due: o decide di diventare totalmente arte, trovando una propria dimensione concettuale e quindi una giustificazione, cosa che ha cercato di fare sia nell’art Déco che nella Pattern Painting degli anni ’70, oppure deve riconoscersi come arte piacevole, quotidiana, senza alcuna pretesa di essere annoverata tra le arti ʻalte’. Ed è proprio questa la strada che ha caratterizzato la grande diffusione della decorazione ottocentesca, fino al momento di cui Wilde ha cercato di coniugare vita e decorazione.”
La premessa è oggi utile più che altro a individuare un’origine convenzionale, che tende a far luce su un punto nodale in cui convergono diverse questioni: la decorazione intesa come opera d’arte oppure come ornamento tout court. Un bivio, un’ambiguità, una visione, una possibilità, dove durante tutto il novecento la stessa decorazione si è giocata la sua storica identità vivendo momenti di grande considerazione, spesso legati alla retorica ideologica del ventennio, e altri in cui è rimasta fortemente invischiata in questioni di mera produzione tecnica e commerciale di basso profilo artistico.
Da più di un decennio la Scuola di decorazione di Brera in particolare il biennio di decorazione, cerca di dissolvere l’equivoco che spesso genera un immaginario collettivo del tutto fuorviante. Un luogo comune dove ruolo e finalità della stessa decorazione sembrano rimanere invischiate e circoscritte nel ruolo riduttivo di quella appendice decorativa senza arte né parte.
Ecco perché l’esperienza realizzata presso la prestigiosa Arazzeria Scassa di Asti, assume oggi, tra le altre cose, un’importanza fondamentale che ha l’ambizione di chiarire e trasmettere quel processo produttivo storico e contemporaneo al tempo stesso, dove i valori estetici della ricerca e della sperimentazione si fondono a quelli della mera pratica artigianale il cui risultato che ne deriva non può che coincidere con l’opera d’arte.
Sergio Nannicola
Coordinatore del Biennio di decorazione di Brera, Milano