
Anime prave
Giuseppe Fanfani
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L’ultima fase della pittura di Giuseppe Fanfani è caratterizzata da voluta evanescenza, e carezzata con la forza della Storia: è necessità di momenti narrati, ma prediletti per risorsa descrittiva concettuale. L’artista non risponde al passato né alla letteratura; egli replica senza farlo con un lavoro mirato, costante, adattato alla storia e, insieme, autonomo da essa. L’opera di Fanfani saggia il mondo delle cose inesistenti mediante uno stile che è sospiro, spirito del processo narrativo: un procedimento cortesemente analogico, ma liberamente sintetico. Prende le mosse da intenzioni esortative e linguistiche; l’azione è propositiva, vicina al messaggio, resa in gesti ma non in ruoli, poiché, soave nel suo ritrovarsi, si perpetua in un sacro percorso che è elastico afferire. In un verso espressivo rituale, rivelato, quasi magico per tentazione e quasi compiuto per attribuzione di senso, l’artista considera pesantezza e materia come teatralità posate su cromie sceneggiate, taglienti per i fondi, ponderose e massicce per le figure.
Egli lascia tracce; dissemina cultura; distribuisce la sua placida ortografia che è più lessico che sintassi. L’operazione, adatta a forgiare l’identità umana con la storia letteraria, avviene attraverso la “dolce sfida” di un idioletto antico parlato con la materia: il segreto è saper redigere strumenti modernamente semiotici, che sanno servire il presente con l’aiuto del passato e il coraggio del futuro. La storia, quindi, definisce i confini dell’opera; dal particolare all’universale.
Dalle sembianze della forte, genuina citazione, alle certezze progredite della condivisione…
L’intensità, stabilita mediante l’energia della luce, è effettivamente inequivocabile: abbandonata al giudizio nella quiete di un silenzio che, seppure artificioso, si concede il lusso di un legame particolarmente primitivistico. E sorgono, così, strutture di purissima solidità, che demarcano fino a debordare da loro stesse, a sancire un limine con quella zona di condivisione, di sapida trama di Tempo e Storia, di passato e presente. È per questa solidità che Giuseppe Fanfani – senza volerlo – potrebbe approdare alla scultura e all’arte astratta, linguaggi che forse non sa di poter già padroneggiare.