Aqua virgo

Gabriele Simongini

Anno 2016
Formato 22 x 22 cm
Pagine 88
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ISBN 978-88-99519-24-7

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“Mai come oggi, in questo paese naufragante, siamo sommersi da un profluvio di parole sconnesse, senza senso, labili, twitterate o chattate, whatsappate e messaggiate, lanciate al vento nei social e nei talk show, o travestite da illusioni nei proclami elettorali costantemente traditi e poi rinnegati. Viceversa, il profetico Carlo Levi diceva che “Le parole sono pietre”, ahimè, ahilui, ahinoi. Forse Enrico Benetta un giorno si è ricordato di quel titolo potente e ha deciso di tornare a dare il giusto peso, anche poetico, alle lettere (connotate nel suo caso dalla scelta del carattere Bodoni, con le sue quattro celebri virtù: regolarità, nitidezza, buon gusto, bellezza) e alle parole, vedendole come cose e forme, come fatti, come segni concreti nello spazio e nel tempo dell’agire e del creare. E del resto come non pensare anche a quella strepitosa illuminazione che portò Rimbaud ad attribuire un colore ad ogni vocale per poi lasciarvi sgorgare un flusso visionario d’immagini abbaglianti? Ecco, Enrico Benetta è una sorta di demiurgo fabbrile (non va trascurata nel suo caso la manualità virtuosistica della migliore tradizione artigianale veneta che vive pienamente nel suo dna), capace di concretizzare nel linguaggio assolutamente autonomo e specifico delle arti visive (fra pittura, scultura e installazione, con un’ibridazione assai ben calibrata) una metamorfosi poetica delle parole e delle lettere in forme, colori, strutture plastiche che si intrecciano, si connettono, perdono e cercano senso al tempo stesso, memori anche delle parole in libertà di Marinetti e delle ironiche istruzioni di Tristan Tzara “Per fare una poesia dadaista”, ma anche di alcune esperienze della Poesia Visiva.” […]

 Gabriele Simongini

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