Del filo e del segno

Walter Valentini

Giovanni Gaggia

Anno 2017
Formato 16,5 x 22 cm
Pagine 80
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ISBN 978-88-99519-45-2

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Walter Valentini (1928) e Giovanni Gaggia (1977), con il loro progetto di un’incisione a quattro mani,  vogliono riportare l’attenzione sulla tecnica incisoria e promuovere la rinascita del Premio Internazionale per l’incisione “Fabio Bertoni”.

Entrambi originari di Pergola, i due artisti hanno compiuto la propria formazione – a quarantacinque anni di distanza – presso la Scuola del Libro (Istituto di Belle Arti di Urbino) dove Valentini ha acquisito il gusto raffinato per le carte, i caratteri tipografici, la legatura, al punto che oggi è riconosciuto come uno dei maestri internazionali nell’arte grafica contemporanea, mentre Gaggia ha ereditato le doti di abilità e accurata perfezione nel disegno, per poi indirizzarsi anche verso i campi dell’azione performativa e della gestualità del ricamo.

L’acquaforte Unitis Signis, nata dalla collaborazione dei due artisti che hanno incrociato e fuso le proprie poetiche, si compone di due riquadri affiancati, come le pagine aperte di un libro. La lastra di sinistra è quella incisa da Walter Valentini e presenta il consueto tema della misurazione delle costellazioni celesti, delle galassie che, con le loro orbite, circuitano attorno ai pianeti, creando un rapporto musicale e poetico tra linee e segni. […] Lo sfondo della lastra di destra, inchiostrato come quello di sinistra e completato dal segno di Gaggia, è attraversato dalle linee curve, sinuose e delicate delle ali di una farfalla per rafforzare ancora di più il senso di rinascita a nuova vita, come auspicio al raggiungimento di bellezza, perfezione ed equilibrio interiore.

“In entrambi gli autori durata e ritualità sono elementi fondanti di una poetica che afferma la volontà di stare, con la mente e con il corpo, dentro a un tempo storico, circolare, reversibile e recuperabile, una specie di eterno presente mitico reintegrato periodicamente attraverso i riti. Tempo storico diventa azione, riattualizzazione di un evento, di un’epifania, di una condizione esistenziale, di una sensazione estetica mediante le ritualità dell’incisione e del ricamo. Nonostante queste azioni avvengano in un preciso istante vitale, come quello delle performance, per il fatto che sono capaci di interpretare attraverso oggetti il proprio spazio-tempo, sono azioni che mantengono la dimensione progettuale e teleologica del tempo”.

Chiara Canali

 

 

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