
Ecco
Laura Cherubini
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Ogni anno a Villa Medici si forma una comunità provvisoria, effi mera, che in molti casi non si conosceva, che poi tornerà a disperdersi, ma che vive qui un periodo fertile, felice e incantato in un territorio magico in cui si sposano in perfetta armonia natura e cultura,
giardino e architettura. Questo incanto si è mantenuto nonostante l’assedio dei veleni cittadini che circondano la Villa, l’aveva notato Hans Obrist, quando lavoravamo qui ormai oltre venti anni fa. Questa comunità è fatta di artisti e intellettuali che lavorano con diverse discipline, che utilizzano tutti i linguaggi della creatività, che hanno in molti casi provenienze diverse. L’incontro (e a volte anche lo scontro, sempre positivo) delle differenze e delle divergenze si rivela sempre produttivo e genera fatti nuovi e diversi.
Quest’anno in particolare i pensionnaires, oltre a lavorare ai propri progetti (a volti legandoli alla Villa o alla città, a volte seguendo un proprio fi lo non direttamente a esse collegato) hanno creato qualcosa insieme, hanno utilizzato le variegate competenze per costruire qualcosa e realizzare un prodotto comune, qualcosa di condiviso e corale: una rivista.
Un’opera in progress a più mani, un coro a più voci. Questo si deve naturalmente all’apertura e al costante supporto della Direzione di Villa Medici. Ma soprattutto si deve a loro, ai pensionnaires che hanno trascorso qui il difficile periodo pandemico, pieno di difficoltà relazionali in presenza, che loro hanno saputo recuperare nella progettazione collettiva e aperta a interventi dall’esterno.
A questa rivista, in formato digitale e atta a raccogliere interventi di scrittura, visivi e figurativi e anche sonori, hanno dato un nome: ECCO.
Parola breve, sintetica, assertiva, una dichiarazione di presenza, qui e ora.
Ed ecco che noi poniamo al centro dell’attenzione questa rivista, con un numero speciale cartaceo che ha funzione di catalogo, ma che è più un libro d’artista, studiato e immaginato dai pensionnaires e con un numero “al vivo”, un’opera collettiva che prenderà forma nella mostra e occuperà lo spazio fi sico che sarà abitato dello spettatore. […]
Laura Cherubini