Felipe Cardeña - Mitologica

Duccio Trombadori

Anno 2013
Formato 23 x 27 cm
Pagine 112
Copertina brossura
Lingua Italiano/Inglese
ISBN 978-88-89965-53-5

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“L’arte di Felipe Cardeña è un’arte volutamente kitsch, di un kitsch elitario, aulico e ricercato, raffinato, che ha delle premesse culturali molto forti: guardando i collage esteticamente ricchi ed esuberanti di questo artista, infatti, così immaginifico e fantasioso, eccentrico e bizzarro, si sente che c’è dietro una grande conoscenza della storia dell’arte.”

Gillo Dorfles

In “Mitologica”, l’ultimo libro dedicato a Felipe Cardeña uscito in occasione della 55.Biennale Arte di Venezia e pubblicato da Maretti Editore, sono riuniti i collage dell’artista dedicati alla rivisitazione, in chiave floreale, di alcuni soggetti e figure del mondo classico, dalle antiche divinità orientali, come la dea Kali, o Shiva, a quelle della mitologia del mondo greco e romano, come la dea Athena, il gruppo del Laocoonte, o i ritratti del Fayyum, fino ai classici “più recenti” come le Grazie del Canova o il Davide di Michelangelo. A raccontarne il percorso e la poetica, aprono il volume i testi critici di due celebri studiosi: Duccio Trombadori, che ripercorre l’operazione artistica identitaria di Felipe connettendola alla versatilità delle opere e dei soggetti, e Arnaldo Romani Brizzi, che tra l’altro analizza le infinite simbologie contenute nella poetica e nell’estetica “floreale” dell’artista: “se c’è una cosa che non si può negare all’immaginazione creatrice di Cardeña”, scrive Romani Brizzi, “è la coscienza di un attraversamento culturale, ampio, sfarzoso, senza nascondimenti – egli non si schermisce, ma esibisce una cultura stratificatasi attraverso studio e attenzione di continuo applicata, come atto di presenza a se stesso, di felicità della memoria, di preziosità dei tanti assunti culturali che una curiosità onnivora hanno perfezionato nel tempo e nell’arco realizzativo del suo fare”.

Segue una conversazione di Luigi Sansone con Gillo Dorfles sul rapporto tra il kitsch e il rimescolamento di elementi visivi di Felipe Cardena. Chiude infine il volume un’intervista che rievoca in termini “mitologici” e picareschi la vita di Felipe Cardeña, che dell’ambiguità identitaria ha fatto una scelta personale e artistica.

“Artista misterioso stile Bansky” l’ha infatti definito il Corriere della Sera, sottolineando il carattere misterioso della “creazione identitaria” del personaggio.

Di certo si sa che Felipe Cardeña nasce a Balaguer (Spagna) nel 1979. Per il resto, la sua biografia è avvolta nel mistero.

Dopo essersi dedicato per anni all’attività di mimo di strada girando tutto il mondo, dall’Europa, all’Asia, all’India (dove viene affascinato dal mondo e dalle divinità indù), fino a Cuba, che presto diventerà la sua seconda patria, nel 2005 arriva in Italia e, in seguito all’incontro con il critico d’arte Alessandro Riva, che ne adotta provocatoriamente il nome e l’identità per qualche tempo, darà via al progetto “Power Flower”: un’ampia serie di collages coloratissimi e strabordanti, dalle forme impazzite e dall’effetto eccentrico e volutamente barocco, che toccano i temi del sacro, del fantastico, delle diverse identità culturali, del mescolamento tra strutture sociali e forme naturali.Questa scelta poetica, come l’ambiguità identitaria, caratterizzeranno tutto il suo lavoro, che verte sulle domande fondanti della società contemporanea, come la molteplicità dell’identità nell’era del web, il rapporto tra vero, verosimile e falso, l’incapacità dell’informazione di trovare una verità oggettiva e univoca, il gioco dei rimandi tra vita vissuta e invenzione letteraria e artistica. Il suo lavoro, già presente in ben due edizioni della Biennale di Venezia, è stato presentato in personali e collettive in tutto il mondo, da Londra a New York a Rio de Janeiro.

Di recente, sempre il Corriere della Sera l’ha inserito nel ristretto novero di artisti da seguire con attenzione per gli ottimi risultati in termini di investimento e di mercato.

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