Francis Bacon - Indagine su Bacon

Alessandro Riva

Anno 2010
Formato 15x21 cm
Pagine 80
Copertina brossura
Lingua Italiano
ISBN 978‚Äì88‚Äì89965‚Äì84‚Äì9

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Sono ormai più di dieci anni che la questione riguardante i disegni di Francis Bacon tiene banco nel mondo dell’arte. Ancora più anni sono passati da quando si è cominciato a parlare dei “disegni italiani” di Bacon. Ma che cosa sono, esattamente, i “disegni italiani”? Per capirlo bisogna tornare ai primissimi anni Ottanta, quando Bacon, già ultrasettantenne, arriva in Italia, paese che già conosce ed ama, per alcuni di quei suoi brevi, e semi-clandestini, viaggi in giro per il mondo, nei quali l’artista amava sfuggire alla noia e alla ripetitività della notorietà. In quei suoi soggiorni, come testimoniano decine di biografie e aneddoti che lo riguardano, Bacon cercava infatti di viaggiare in incognito, di vivere libero dalla persecuzione di critici e giornalisti. In Italia, Bacon non si comportava in maniera diversa: sfuggiva come la peste critici e giornalisti e preferiva andare in giro per bar e ristoranti, chiaccherare, divagare, sbronzarsi, parlare a ruota libera con persone che non lo trattassero come un maestro inavvicinabile o un idolo da venerare. Bacon, in questi suoi soggiorni italiani, disegnava: e non faceva nulla per nasconderlo. E spesso regalava i suoi disegni in giro (com’è emerso da decine di testimonianze incontrovertibili). Oggi, quei disegni sono riemersi dall’oblio. Dapprima contestati e guardati con diffidenza dall’establishement artistico, di recente sono stati riabilitati, e dichiarati autentici oltre ogni dubbio da un processo.
Con questo libro, per la prima volta viene ricostruita puntigliosamente, attraverso interviste, documenti d’archivio, scritti e testimonianze inedite, l’intera vicenda dei “disegni italiani” di Francis Bacon. Con la suspence di un romanzo giallo e il rigore scientifico di un trattato di storia dell’arte.
Quella che emerge, è la storia di un grande genio che, in età ormai avanzata, senza nulla più sperare dalla vita, si diverte a mettere in scena un grande sberleffo al mondo dell’arte: ai suoi mercanti, in primis, che avrebbero dovuto avere l’esclusiva sulle sue opere; e poi ai critici che avevano sempre ripetuto, come pappagalli, che Bacon “non disegnava”, pur sapendo che invece, nel chiuso del suo studio o altrove, lo faceva, eccome.

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