
Giuseppe Spagnolo - La scultura oltre la forma
Marco Meneguzzo
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Giuseppe Spagnulo nasce a Grottaglie (Taranto), uno dei centri storici della ceramica, nel 1936. Attualmente vive e lavora a Milano. Amico di Carlo Zauli e Nanni Valentini, con il quale condivide l’interesse materico per la terra e instaura una forte affinità poetica, Spagnulo negli anni Sessanta diventa assistente di Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro mentre frequenta l’ Accademia di Brera, e il viaggio verso nord acquista per il giovane pugliese un carattere quasi iniziatico; costituisce l’avvio del percorso “di andata” verso la ricerca della propria identità artistica, politica, umana. Spagnulo è quell’artista per cui il ferro e la terra costituiscono il cuore dell’oltraggio strutturale; egli procede a testa alta, fiero di un sentire che prima di tutto è fare: come se l’azione creativa scaturisse dagli elementi usati, sempreché di uso si tratti – poiché l’effetto di quelli sull’artista si fanno forse avvertire tanto quanto l’inverso. Spagnulo procede nella propria azione autonoma e autorevole del “trattamento primordiale” della materia: una sorta di sublime cammino per riconvertire l’elemento in se stesso, tramite una forza segreta, silente, nietzscheana, collegata alla terra e non al cielo. Nel volume d’arte le opere più significative di questa figura artistica così storica nel panorama dell’arte moderna contemporanea, le stesse in mostra al GCAC di Arezzo (Galleria Comunale di Arte Contemporanea) dal 6 aprile all’11 maggio 2014. Mostra e catalogo a cura di Marco Meneguzzo.