
La scuola di piazza del Popolo. Pop o non Pop?
Gabriele Simongini
Anno 2021
Formato 16.8 x 24 cm
Pagine 128
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ISBN 979-12-80049-26-1
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[…] I giovani talenti erano Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Renato Mambor, per citare quelli con cui ebbi maggiori rapporti di frequentazione, incontrandoli quasi tutte le sere al termine della mia faticosa giornata di giovane avvocato nella trattoria di Cesaretto e all’osteria dei Fratelli Menghi al Flaminio, e pure nelle lunghe passeggiate notturne che avevano come epicentro Via di Ripetta o Via Margutta. Essi rivoluzionarono indubbiamente il panorama dell’arte visiva dell’epoca, rifiutando la loro presunta filiazione alla Pop Art americana, che guardavano come ad un puro arricchimento culturale, perché preferivano in realtà ispirarsi all’unicità e alla secolarità della monumentale arte italiana, passando per il Futurismo e la Metafisica.
Furono anche assai influenzati dall’industria del cinema, che in quegli anni d’oro faceva da traino all’economia locale, grazie alle imponenti produzioni (i kolossal di rievocazione storica) girate a Cinecittà e a cui si deve anche la nascita della cosiddetta “Dolce Vita” romana, che si svolgeva prevalentemente a Via Veneto.
Le sperimentazioni e l’innovazione di cui gli artisti di Piazza del Popolo si fecero portatori, senza averne allora reale consapevolezza, hanno rappresentato una svolta culturale non soltanto italiana e segnato indelebilmente un’epoca, facendo sì che io, onestamente, non abbia rinvenuto nei tempi successivi tracce di progenie. Per questa ragione sono particolarmente lieto di aver contribuito in maniera significativa, attraverso la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che mi onoro di presiedere e la Fondazione Cultura e Arte, alla realizzazione di questa seconda mostra dopo quella del 2016, che riunisce ancora una volta presso la galleria “monogramma arte contemporanea” di Via Margutta dodici opere di altrettanti artisti tra i maggiori di quel periodo, ormai consacrati dalla critica e dall’opinione pubblica internazionali. Tra l’altro, con un’originalità di allestimento esterno, dopo quella che vide nel 2016 le principali opere scultoree degli artisti dell’epoca collocate lungo gli edifici di Via Margutta: questa volta, le immagini degli artisti e delle loro opere presenti in galleria verranno riprodotte su altrettante light box che fluttueranno appese a strutture aeree, sovrastando la strada per tutto il suo percorso. Un mio ringraziamento speciale va al curatore Gabriele Simongini e al gallerista Giovanni Morabito, i quali, con grande impegno e dedizione, hanno contribuito a realizzare questo evento.
Furono anche assai influenzati dall’industria del cinema, che in quegli anni d’oro faceva da traino all’economia locale, grazie alle imponenti produzioni (i kolossal di rievocazione storica) girate a Cinecittà e a cui si deve anche la nascita della cosiddetta “Dolce Vita” romana, che si svolgeva prevalentemente a Via Veneto.
Le sperimentazioni e l’innovazione di cui gli artisti di Piazza del Popolo si fecero portatori, senza averne allora reale consapevolezza, hanno rappresentato una svolta culturale non soltanto italiana e segnato indelebilmente un’epoca, facendo sì che io, onestamente, non abbia rinvenuto nei tempi successivi tracce di progenie. Per questa ragione sono particolarmente lieto di aver contribuito in maniera significativa, attraverso la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che mi onoro di presiedere e la Fondazione Cultura e Arte, alla realizzazione di questa seconda mostra dopo quella del 2016, che riunisce ancora una volta presso la galleria “monogramma arte contemporanea” di Via Margutta dodici opere di altrettanti artisti tra i maggiori di quel periodo, ormai consacrati dalla critica e dall’opinione pubblica internazionali. Tra l’altro, con un’originalità di allestimento esterno, dopo quella che vide nel 2016 le principali opere scultoree degli artisti dell’epoca collocate lungo gli edifici di Via Margutta: questa volta, le immagini degli artisti e delle loro opere presenti in galleria verranno riprodotte su altrettante light box che fluttueranno appese a strutture aeree, sovrastando la strada per tutto il suo percorso. Un mio ringraziamento speciale va al curatore Gabriele Simongini e al gallerista Giovanni Morabito, i quali, con grande impegno e dedizione, hanno contribuito a realizzare questo evento.
Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele
Presidente Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale