
Nato Re Magio
Renato Mambor
Patrizia Speciale
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Renato Mambor e Patrizia Speciale sono gli autori e i protagonisti di questo libro di “arte e vita” che li coinvolge personalmente con il racconto vivo e diretto del loro incontro, della loro amicizia, del loro amore, della loro collaborazione lavorativa. L’arista romano- scomparso lo scorso 6 dicembre 2014 – è stato sempre considerato uno dei più importanti protagonisti della ricerca nelle arti visive fin dalla fine degli anni ’50, ed uno dei primi artisti a sconfinare dalla pittura in altri linguaggi, quali la fotografia, il cinema, la performance, le installazioni, il teatro. E’ annoverato tra i pittori della Scuola Romana di Piazza del Popolo perché espone negli anni ’60 alla Galleria La Tartaruga gli Uomini Statistici, i TIMBRI, i RICALCHI. Si trasferisce a Genova e prosegue una linea analitico-concettuale con i RULLI, il FILTRO, l’EVIDENZIATORE. Costruisce una scultura primaria di metallo, denominata TROUSSE, e la fa agire da attori. Inizia così una lunga esperienza in campo teatrale come autore, attore, regista. Parte da questo momento la profonda relazione con Patrizia che seguirà il GRUPPO in qualità di aiuto-regista, coautrice di testi, direzione organizzativa. Nel prezioso scritto che testimonia momenti autentici di gioia e dolore insieme per i difficile percorso dell’esistenza umana in tutte le sue forme, Renato e Patrizia si mettono in gioco (e a nudo) per i lettori che trarranno dai loro racconti e confessioni un preziosissimo spunto per riflettere, conoscere, ricordare.
Nei primi anni ’60 la mia vita correva come un tram con il pantografo agganciato al filo della spensieratezza. Senza fermate, con continue accelerazioni, mangiavo e ingoiavo i giorni con avidità. Spesso di notte a Cinecittà facevo l’attore in film ancora in bianco e nero, e poi nei primi western a colori. Di giorno lavoravo alle pompe di benzina di mio padre sulla Tuscolana e lì venivano a trovarmi Schifano, Tacchi e Lombardo, che come Festa abitavano in questa periferia. Belli e maledetti – la cosiddetta scuola di Piazza del Popolo. Pochi di noi avevano una ragazza fissa. Io stavo con Paola, era molto bella e faceva l’attrice. Dicevo a Franco Angeli: “Ognuno ha la ragazza che si merita”, e lui di rimando: “Ognuno ha le ragazze che si merita”.