
Noi diamo [+] senso
AA.VV.
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NOI DIAMO [+] SENSO_NOTA DEI CURATORI
Simonetta Lux, César Meneghetti, Alessandro Zuccari
Nel curare la mostra NOI DIAMO [+] SENSO ci iscriviamo con un altro paragrafo nel progetto IO_IO È UN ALTRO dell’artista César Meneghetti.
L’una e l’altro, pensati per ed insieme alla Comunità di Sant’Egidio, con il valore di nuovi protocolli dell’arte contemporanea, si iscrivono come intercettazioni del campo dell’arte volute nel complesso campo dell’azione della Comunità, che si muove a vari livelli – nell’incontro con persone – per la realizzazione di processi di inclusione volti a soppiantare i diversi atteggiamenti di reclusione/esclusione ancora fortemente diffusi nel mondo contemporaneo, insieme ai pregiudizi che li fondano.
Simonetta Lux, storica dell’arte contemporanea, è stata chiamata dalla Comunità in quanto creatrice di un ideale di formazione/creazione: il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza (1986-2011), da lei diretto fino al 2011, che si è all’origine istituzionalmente associato al progetto. L’invito della Comunità avviene attraverso Alessandro Zuccari, della prima generazione della Comunità, storico dell’arte e collega della Sapienza: uno specialista come molti altri che lavorano per Sant’Egidio, ciascuno nel proprio campo.
È iniziato così un lungo processo, i cui elementi fondamentali erano condivisi, cioè la consapevolezza del ruolo che ha la pratica di processi creativi ed espressivi per la ricostituzione di personalità in crisi. Non si parla di una azione terapeutica, ma della vera e propria libera ricostruzione della personalità che approda al riconoscimento dei propri limiti e della presunta diversità. È solo l’inizio di una azione che ha messo in gioco insieme tanto coloro – Colapietro, Fenu e Mizzon – che fino a quel momento utilizzavano pratiche tradizionali dell’arte, indirizzati dentro se stessi, quanto noi curatori che insieme a loro dovevamo impugnare e ribadire una idea dell’arte estranea ai modelli tradizionali, coinvolgendoci tutti simultaneamente in un processo di relazione e scambio che – nella recezione del mondo esterno cui si offre – si estende ad infiniti altri sviluppi.
Se per Colapietro, Fenu e Mizzon, la libera creazione rappresentava l’atto talvolta intermedio e comunque già concluso di un lungo lavoro di formazione, educazione e supporto, operato dalla Comunità, ora la sfida era varcare un altro confine, diventando soggetto, testimoni e autori di una ulteriore comunicazione attraverso l’arte. César Meneghetti rappresenta con la sua arte e l’eccellenza dell’uso dei media più attuali, proprio quel nuovo protocollo dell’arte contemporanea, quell’attuale modo di essere dell’arte che si muove attraverso un processo creativo relazionale e con sapienti dispositivi il cui risultato non è un oggetto ma un complesso contenitore multi disciplinare e multimediale, capace di svelare condizioni, memorie e storie con un’efficacia superiore e più diretta rispetto al documento tradizionale o della scrittura. In tale nuovo protocollo entrano e operano tutti gli artisti.
L’azione della Comunità, che si svolge attraverso l’Europa e non solo, con la liberazione da tanti luoghi di reclusione, attraverso la creazione di nuove occasioni di vita con progetti concreti individuali o diplomaticamente concordati, è oggi mirata – capillarmente – ad una azione di riscatto della persona, ed insieme ad una visione più larga di comunicazione e coinvolgimento di quegli altri altri, di cui si vorrebbe, con il messaggio culturale e con l’aiuto dell’arte, insidiare l’innato pregiudizio.
Questa è anche la nostra azione, un senso al di là dell’opera, al di là di una mostra: loro danno + senso alla nostra alterità.
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