Piero Gilardi

Laura Cherubini

Anno 2021
Formato 22 x 22
Pagine 112
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ISBN 979-12-80049-44-5

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[…] “Negli anni Ottanta, assieme ad altri artisti di Torino e poi di Parigi mi sono occupato delle nuove tecnologie” (Gilardi nel corso dell’incontro al MAXXI). Ma in fondo anche questo interesse, nell’ambito di un percorso come quello di Gilardi che rivela sempre più un’interna coerenza sotto un’apparenza multiforme e variegata, è preesistente: “La mostra Macchine per il futuro aveva indubbiamente una sua peculiarità in quanto rivelava un mio interesse precipuo per il mondo delle tecnoscienze” (l’artista in conversazione con Paola Ugolini). Dunque gli esiti del lavoro di Piero Gilardi di oggi erano già nelle premesse. “Al Parc de la Villette c’è il museo scientifico, si studiano le tecnologie interattive, è stato un laboratorio per il PAV, nel quale convergono tutte le esperienze della mia vita. Con un gruppo di lavoro facciamo molte cose, insegniamo ai bambini a estrarre il DNA dalle piante… siamo una struttura completa museale. Inizialmente il progetto era stato sostenuto particolarmente dall’assessore alla cultura Alfieri. Nel 2006 c’è stata la prima grande installazione di Dominique Gonzalez Foerster: Trèfle, il grande trifoglio verde. Dal 2006 al 2009 c’è stata un’accelerazione. Il PAV è una struttura che in una situazione di neocolonialismo cerca di dare una risposta democratica ai problemi. Presenta artisti ecologici, anche giovani, come Michele Guido per esempio nella recente mostra collettiva. Prima avevamo più fondi, ora il budget ci è stato dimezzato”. Il progetto Ixiana, presentato al Parc de la Villette di Parigi nel 1985, è descritto così da Paola Ugolini: “un’enorme bambola cibernetica nel ventre della quale si possono provare determinate sensazioni”. Gilardi ha accettato la sfida che le nuove tecnologie ci pongono. Con la tecnoscienza ha stabilito un rapporto di tipo transculturale e questo rende particolarmente interessante il suo approccio. “Abbiamo bisogno della virtualità proprio per fare delle esperienze individuali rapportate agli altri attraverso un’immersione collettiva in quel tipo di realtà; questi sono gli obiettivi cui punta la virtualità” (Gilardi in conversazione con Paola Ugolini). La virtualità dunque ci immerge in quella realtà collettiva che Gilardi persegue dall’inizio della sua ricerca tesa da sempre a portare l’arte dentro la vita, o secondo le parole dell’artista stesso entrare nella vita vera agendo artisticamente.
Laura Cherubini