
Renato Mambor
Claude-Henri Sellès
Maria Paola Poponi
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“Renato Mambor appartiene alla generazione degli artisti che ha contribuito a definire la storia dell’arte italiana degli anni ‘60 e ‘70. Nato a Roma nel 1936, è cresciuto in questo magnifico territorio, tra rovina e povertà. Nel periodo dell’immediato dopoguerra, a Roma tutto è da ricostruire; la città eterna inizia a rinascere dalle ceneri di un passato doloroso che vuole dimenticare. Quest’epoca forgia nella memoria collettiva l’immagine delle difficoltà sociali associate a un fermento di ricostruzione e di speranza nella nuova realtà industriale ed economica. Il paese prende consapevolezza del ritardo culturale dovuto al proprio isolamento durante il periodo fascista. Nell’ambito dell’arte questa volontà di «aggiornarsi» si esprime, sul piano politico e teorico, a Roma, sede delle amministrazioni e delle grandi università, con figure come Lionello Venturi e Argan, a Venezia con Marchiori e Apollonio. A Milano, città d’azione e di industria, la rivelazione si fa pratica e interviene a livello delle grandi gallerie di prestigio come Il Milione o Il Naviglio e attraverso l’intermediario di critici come Gillo Dorfles o Guido Ballo. L’ardore e l’entusiasmo sono le qualità distintive di una generazione che desidera affermarsi nella propria specificità e nel proprio desiderio di imporre un mondo rigenerato, edificato su basi nuove. A Roma il mondo del cinema pone le basi di una mitologia neorealista che s’impone grazie a registi come Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Vittorio de Sica o Federico Fellini. Essi creano il fermento di un rinascimento artistico che si afferma a livello internazionale. La settima arte aziona una carica emotiva contagiosa, incitando al cambiamento in tutti i settori della creazione. Renato Mambor contrae questa febbre di rinnovamento che lo lega, per un’aspirazione vitale, alla città che lo ha visto nascere. Inizia la sua carriera nel mondo del cinema, figurando nel film La Dolce vita di Fellini. Grafico, creatore di manifesti, si ispira alle tecniche della rappresentazione scenica per concepire le sue prime opere imponendosi così nel panorama artistico romano degli anni ‘60.”
Dominique Stella