Omaggio a Virgilio Guidi. Con uno sguardo alla Collezione Sonino

Anno 2021
Formato 24 x 28
Pagine 368
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ISBN 979-12-80049-29-2

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Quando, poco più che ventenne trascorrevo, quasi settimanalmente, una mattina o un pomeriggio con lui, nel suo “antro”, nella angusta stanzetta privata di uno studio per il resto luminosissimo, in Calle Vallaresso, Virgilio Guidi ogni volta, proprio sempre, mi regalava frammenti del suo personalissimo rapporto con il secolo passato. Lui lo aveva attraversato quasi tutto; soprattutto, lo aveva vissuto senza alcuna esitazione o paura o turbamento. Guidi aveva voracemente divorato il Novecento senza diventarne mai ostaggio, senza permettere che il convulso secolo breve lo fagocitasse.
Da Giano bifronte quale era, anzi da uno e trino come quotidianamente si palesava, Guidi, consumando il presente, si impossessava della storia: lui, così profondamente legato alla classicità, quasi asetticamente però, senza nostalgie; e così, allo stesso tempo immerso, fisicamente, razionalmente ed emozionalmente, nel magma eruttivo della contemporaneità, e quindi vitalisticamente sospinto verso gli sconosciuti approdi del futuro.
Un’unica dimensione gli sarebbe andata stretta; il rifiuto di qualsiasi stagione, passata, presente o futura, gli sarebbe apparso come un delitto nei confronti di sé stesso prima di tutto, ma anche nei confronti della vita e della storia. Per lui bisognava vivere la contemporaneità con l’occhio e la memoria sempre rivolti al passato e il pensiero sempre proiettato al futuro.
E la natura, la natura “madre”, eterna, perfetta, ma anche cangiante in un divenire senza corruzione e aperto invece alle trasformazioni e vivificato dal nuovo, quella natura era per lui l’unica strada da affrontare, percorrere, attraversare e scoprire: perché la natura era per Guidi l’unica ricchezza. Vita e bellezza si incontravano comunque, al di là delle apparenze. Ecco perché, nell’incessante mutare oggetto, sembianze e contorni formali nella sua ricerca, Guidi non si era mai concesso soluzioni piacevoli, digressioni decorative, tentazioni estetizzanti.
La natura andava esplorata e riconosciuta esclusivamente attraverso le sue verità interne, attraverso l’essenza, attraverso i ritmi, le pulsazioni, i gangli vitali, ma solo quelli che possiamo riconoscere ponendoci in sintonia e ascolto con essa, al di là, oltre le apparenze fenomenologiche.